Trasporto pubblico e servizio idrico, il punto sui servizi pubblici locali

Le potenzialità ma anche le problematiche gestionali del trasporto pubblico locale e del servizio idrico integrato; le normative, le politiche e le strategie per uno sviluppo più efficiente e sostenibile dei due settori a livello locale; le risorse e gli investimenti necessari per modernizzare e minimizzazione i costi dei servizi per i cittadini-utenti. Il tutto, partendo dall’assunto che “la crescita dell'efficienza non può che passare da un Piano Marshall da vocare alla modernizzazione delle reti idriche e di mobilità (anche green)”.

Ne parla in questa intervista Nicola Tonveronachi, amministratore delegato del Centro Studi Enti Locali S.p.A., rilasciata a BolognaFiere Water&Energy.

Il Centro Studi Enti Locali quest’anno collabora all’organizzazione di due convegni nell’ambito di Fuels Mobility e di Accadueo, che si svolgeranno a ottobre insieme alle altre manifestazioni gestite da BFWE. Il primo è dedicato al trasporto pubblico locale, il secondo si focalizzerà sulla cooperazione tra pubblico e privato nel servizio idrico per raggiungere gli obiettivi posti dal PNRR.

In occasione dei due convegni il Servizio Econometrico del Centro Studi Enti Locali presenterà due dossier di ricerca sul PNRR e le relative possibilità per il Trasporto pubblico locale e dei servizi idrici.

Alla luce delle nuove normative introdotte per i servizi a rete, quali sono le possibilità e gli sviluppi futuri del modello di gestione per il Trasporto pubblico locale e per i servizi idrici?

Come è ormai chiaro, tra i numerosi punti di attenzione e di novità, la riforma dei servizi pubblici locali a rilevanza economica (a rete e non a rete) contenuta nel recente Dlgs. n. 210/2022, detto in gergo Tuspl, ha proceduto a formalizzare una evidente priorità per i modelli gestionali caratterizzati dalla gara pubblica. In particolare si è puntato in primis sulla concessione, poi sull’appalto e, infine, sulla società mista come terza ipotesi. Il modello di gestione “in house providing” è stato quindi relegato a scelta residuale da motivare in via rafforzata, e addirittura "qualificata", almeno per gli affidamenti sopra soglia comunitaria (una certezza per i servizi a rete). Trasporto pubblico locale e Servizio idrico integrato non sfuggono a questa indicazione legislativa. La scelta gestionale deve comunque mantenere la compatibilità con le rispettive legislazioni di settore, anche se stavolta, in caso di contrasto, sarà il Tuspl a prevalere. 

Per ovviare a difficoltà strutturali sorte in alcuni ambiti territoriali per i quali, storicamente, la definizione della perimetrazione territoriale si era basata più su scelte politiche e geografiche tendenzialmente coincidenti con il confine provinciale rispetto, invece, a quella economica (per generare le necessarie economie di scala), la riforma consente alle Regioni di correggere gli errori del passato procedendo ad una nuova delimitazione territoriale maggiormente basata sul profilo economico di minimizzazione dei costi del servizio per i cittadini-utenti. 

In passato, sul Trasporto pubblico locale e sul Servizio idrico integrato, la maggior parte delle gestioni in Italia sono state affidate con concessione-appalto a terzi e con l'in-house providing, mentre le miste pubblico-private hanno spesso risentito del difficilmente combinabile connubio tra privato come partner industriale-finanziario e pubblico come socio tramite gli enti locali. 

Come suggestione per il futuro, la sfida dovrebbe giocarsi sulla maggiore maturità, consapevolezza e preparazione del pubblico nel gestire in via ottimale il partner privato, così come per le società in house nei riguardi dei soci territoriali. Anche perché, oltre al fenomeno non ripetibile del PNRR, gli investimenti necessari per modernizzare le reti difficilmente potranno essere finanziati con cassa o debito pubblico.

Quali sono invece gli ostacoli per uno sviluppo più efficiente e sostenibile ambientalmente del Trasporto pubblico locale e dei Servizi idrici? 

Intanto, e mi sia consentito dirlo in punta di piedi e senza offesa per nessuno, è necessario che la (discutibile) “cultura” gestionale pubblica e civica ad oggi imperante nel nostro paese, insieme alla (ridotta) consapevolezza del cittadino-utente per i temi ambientali non rappresenti soltanto uno slogan. Al contrario, è necessario realizzare politiche attive e azioni concrete con impatto diretto sulla propria vita, sul proprio ambiente e sugli interessi di tutti i cittadini e delle imprese. In altre parole, le difficoltà nel reperire le risorse pubbliche o private per finanziare gli enormi investimenti necessari a “cambiare il verso alle cose” in campo ambientale sono evidenti, ma la risposta al problema non va ricercata solo sul fronte investimenti.

Anche il "lavoro" sulle persone e sugli opinion leader deve fare un reale passo avanti. Sarebbe un errore imperdonabile, ad esempio, avere autobus, treni ed auto per la mobilità “verde” e poi non usarli perché preferiamo arrivare alla nostra destinazione sempre con il proprio mezzo privato, al massimo bifuel. Così come sarebbe inutile parlare esclusivamente dei migliori modelli gestionali in ambito territoriale del Servizio idrico integrato, laddove la rete idrica perde il 50% dell'acqua in tubatura. 

A mio parere, si deve lavorare ricostruendo infrastrutture di rete di servizi efficienti e moderne ed educando i cittadini-utenti a richiedere ed usare servizi green, non solo per status, bensì perché è la strada giusta per una migliore gestione del territorio e dell'ambiente. In questo senso, anche la formazione e una reale sensibilizzazione su questi temi rappresentano gli elementi imprescindibili da portare avanti a tutti i livelli, anche attraverso sperimentazioni sul campo.

Vede differenze di sviluppo tra le varie zone d’Italia? Alcune zone sono più efficienti nella gestione dei servizi a rete? A cosa sono dovute queste differenze?

L'efficienza di un servizio pubblico (anche a rete) si può declinare e misurare in vari modi ma, cercando di semplificare, si potrebbe intendere come il rapporto tra il livello di raggiungimento degli obiettivi ed i mezzi/risorse a ciò impiegate.

È risaputo che l'Italia abbia sui servizi a rete una serie di gap da colmare, concentrati soprattutto (e purtroppo, ancora) sulla dinamica Nord-Sud. Ma, se è vero che mediamente ad un Nord più efficiente corrisponde un Sud meno efficiente (anche per ragioni storiche mai definitivamente colmate), negli ultimi 10 anni si è assistito ad un proliferare di problematiche gestionali verificatesi anche in territori teoricamente da attendersi come più efficienti.

In ciò, le riforme di connotazione unionale adottate sui servizi pubblici a rete hanno fatto emergere disfunzioni e diseconomie che decenni prima venivano celate dall'intervento pubblico indistinto. Ora, il quadro delle tariffe agli utenti, dei reali costi dei servizi, delle “compensazioni” pubbliche, della misurazione valoriale degli aiuti di Stato, della crescente concorrenza europea, della disclosure dei bilanci comunali e dei Pef di servizio, della remunerazione degli ammortamenti degli investimenti e dei costi del capitale di terzi, anche per i servizi a rete, hanno sollevato il vaso di Pandora sul reale stato della rete italiana. Il legislatore nazionale e comunitario è, dunque, chiamato a portare soluzioni oltre a quelle già individuate come i fondi del PNRR, del PNC e di una parte dei fondi SIE. 

In altre parole, la crescita dell'efficienza non può che passare da un Piano Marshall da vocare alla modernizzazione delle reti idriche e di mobilità (anche green).

Il vostro Servizio Econometrico presenterà due dossier di ricerca durante gli eventi Accadueo e Forum Fuels Mobility del prossimo ottobre che affronteranno come anche grazie al PNRR si sta evolvendo il tema del Trasporto pubblico locale e dei servizi idrici. Cosa dobbiamo aspettarci da queste ricerche e qual è il loro obiettivo? 

Attraverso le ricerche del nostro Servizio econometrico, che realizza studi sulla finanza pubblica e, più in generale, sulle ricadute sociali delle scelte finanziarie legate alla gestione della Pubblica Amministrazione, intendiamo dare corpo numerico e statisticamente significativo a quanto segnalato appena adesso. L'obiettivo è quello di contribuire alla disclosure dello stato dell'arte delle gestioni pubblico e pubblico/private per rafforzare una reale politica di efficientamento e modernizzazione del Sistema Paese, per le generazioni di oggi e per le “Next Generation” di domani di cui tanto si parla e per le quali ancora facciamo concretamente poco.

A cura di Elena Veronelli